venerdì 21 novembre 2008

Crash, Contatto Fisico - Classe Quinta



In una città vera si cammina. Sfiori gli altri passanti. Sbatti contro la gente. Qui a Los Angeles non c’è contatto fisico con nessuno. Stiamo tutti dietro vetro e metallo. Il contatto ci manca talmente... che ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza.


Prendendo spunto dalla citazione tratta dal film, lascia un commento con le tue impressioni sul film e con le tue considerazioni e riflessioni personali sul tema da esso affrontato.
Secondo te, nel film quali personaggi discriminano e quali invece sono discriminati? Quale conclusione puoi trarre?

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Crash ci propone come pochi altri film la tematica sul razzismo dove varie storie di tanti personaggi si intrecciano tra di loro. Il tutto ambientato in una Los Angeles globalizzata, ma che vive con la paura ed il terrore dei contatti della varietà del mondo.
L'idea di più storie è efficace per mostrarci le vare realtà che ogni giorno l'America vive, ma allo stesso tempo crea confusione e dispersione. Però tutto sommato resta un ottimo film che va sicuramente visto, per rinfrescarci quotidianamente l'idea sbagliata del pregiudizio verso le varie razze, illustrando le tematiche del razzismo.Inoltre questo film è L'incrediible storia di tredici cittadini di Los Angeles che, inevitabilmente, finiranno per scontrarsi e rivedere tutta la propria vita. Incentrato sul tema del razzismo, questo film ci dimostra che "nessuno è un'isola", tutti viviamo nello stesso mondo, ed è stupido ed insensato temersi l'uno con l'altro per motivi quali il colore della pelle, la lingua o la religione. E che è ancora più stupido odiarsi per questi motivi. Perchè la bellezza dell'uomo stà proprio nella diversità ed è una cosa assolutamente inevitabile, il mondo e composto da milioni di abitanti mi sembrebbe un po sciocco pensare che tutti questi siano uguali. erika zorba 5c

Anonimo ha detto...

TRAMA:

Il film è si articola attraverso l’intreccio delle vicende si diverse persone. La storia è ambientata nella Los Angeles post 11 settembre. Un procuratore distrettuale e la moglie razzista, una sera, subiscono il furto della loro macchina da parte di due ragazzi neri; successivamente entrano in un periodo di crisi della loro relazione. Un iraniano proprietario di un negozio pensando erroneamente che un fabbro lo abbia derubato rischia di ucciderlo coinvolgendo la figlioletta innocente. Un detective della polizia nero poco interessato alle continue richieste della vecchia madre di cercare il fratello del figlio, che vive sulla strada e rischia l'ergastolo per vari atti illegali compiuti. Il regista nero di un canale televisivo e sua moglie incontrano, una notte, due poliziotti: uno in servizio da diversi anni e razzista molesta la donna e l'altro una recluta apparentemente più rispettoso dell’etica e del dovere.
Tutto questo accade due giorni prima del tempo reale della storia e ci viene mostrato con un flashback. Al termine la storia si ricollega al momento iniziale, che proponendo la morte del fratello del detective, chiude il cerchio della narrazione.
I TEMI:
Il film tratta fondamentalmente il problema del razzismo ancora profondamente radicato nella mentalità umanità ed evidente soprattutto in una società multi-etnica come quella americana all’indomani degli attentati terroristici che hanno segnato la storia contemporanea.
Quella del diverso (“xenofobia”) è una paura che esiste da quando esiste l’uomo, poiché il suo bisogno di vivere assieme ai propri simili e rimasto immutato nella storia ed ha trasformato la società in cui vive, facendola evolvere da semplici villaggi a città-stato, a regni e infine a grandi nazioni, creando unioni più forti e collaborazioni più strette e complesse. Però questa idea non può esistere senza pensare alla presenza di altre comunità diverse dalla nostra per tradizioni e cultura. Ed ecco allora che nascono le paure per il diverso, per lo sconosciuto e l’ignoto che in quanto tale, noi pensiamo, può distruggere per invidia il fragile equilibrio della nostra superiore società. Quindi di pari passo all’esigenza della convivenza si rese necessario difendersi, anche preventivamente, contro il diverso, cosa che si è rivelata motivo e preteso di tante guerre e massacri. Ad esempio durante il governo nazista, la teoria di Darwin sull’evoluzione fu stravolta è usata assieme alla presunta esistenza di un complotto contro il governi di tutto il mondo per giustificare le persecuzioni di minoranze religiose.
Avvicinandoci ai nostri giorni il grado di violenza e intolleranza invece di diminuire è aumentato, trasformando questa paura in una nevrosi che porta a vedere come nemici anche le persone più prossime. Ed è una convinzione così ampiamente condivisa da diventare necessariamente una realtà che condiziona l’esistenza e gli atteggiamenti di tutti. Così il poliziotto-recluta, infastidito dai comportamenti razzisti del collega, non sente il dovere di denunciarlo ma, pensando alla sua carriera, chiede di lavorare da solo, dimostrando di nascondere dietro una facciata di onestà e giustizia, la sua ipocrisia e lo stesso atteggiamento violento, quando ucciderà senza motivo un ragazzo di colore a cui stava dando un passaggio. In questo modo proprio chi non voleva arrendersi all’evidenza di un mondo talmente corrotto finisce per diventarne la vittima, mentre l’amico ladro al contrario, seppur si rende conto della situazione attuale, continua a perpetuare lo stereotipo che lui stesso critica.
In definitiva questa società dominata dall’intolleranza e dove la violenza prende il sopravvento perde la sua funzione fondamentale. Le persone si sentono in costante pericolo, emarginate, insicure, vengono meno i loro diritti fondamentali. L’unico modo per difendersi è riproporre la stessa violenza e gli stessi principi razzisti con cui si è a contatto ogni giorno.
La fondamentale esigenza umana, quella del contatto con gli altri, del sentirne la presenza, non può essere repressa, così anch’essa si trasforma in un contatto violento; quello appunto dello schianto.
Alessandro Bortolossi

Anonimo ha detto...

Crash è un film che certamente ci può far riflettere sul tema del razzismo e sulla convivenza di persone diverse per colore della pelle, tradizioni e credenze. La scelta di intrecciare diverse storie i cui protagonisti appartengono alle diverse "razze" è molto interessante. Non viene scelto un unico punto di vista, che rischierebbe comunque di discriminare un protagonista e quindi una "razza" rispetto ad un altra. In questo film in effetti nessuno ha ragione e nessuno ha torto: tutti i personaggi discriminano e sono discriminati. Persino uno dei due poliziotti, quello che appariva più tollerante, alla fine, a causa dei pregiudizi nei confronti di uno dei due ragazzi di colore, diventa addirittura un assassino. Sebbene il resto dei racconti abbia una sorta di lieto fine e quasi tutti i protagonisti capiscano i loro errori, non mi sento di affermare che il film nella sua interezza abbia un lieto fine. Nell'ultima scena, infatti, un incidente piuttosto banale (un tamponamento in una città come Los Angeles credo sia all'ordine del giorno) provoca una discussione in cui non vengono semplicemente insultate le persone che hanno provocato l'incidente, ma tutta la loro "razza". Protagonista di questa discussione è persino Shaniqua, una donna di colore, discriminata da un altro personaggio ("bianco") fino a poche scene prima. Il regista con quest'ultima scena non vuole semplicemente mettere in luce (come nel resto del film) che nonostante le diversità tra i diversi popoli, gli uomini sono tutti uguali proprio per il fatto di essere esseri umani, ma anche, purtroppo, perchè sono accumunati dai pregiudizi nei confronti delle altre persone, pregiuduzi che forse non svaniranno mai.
Francesca Giusti, 5A

Anonimo ha detto...

Un po’ tutti discriminano e sono discriminati allo stesso tempo, infatti questo film vuole mettere in evidenza la società di oggi, formata da varie razze ed etnie e forse per questo divisa e contrastata, nella quale non si riesce a vivere serenamente e senza preoccupazioni…Apparentemente il tema principale è il razzizmo, infatti vediamo manifestazioni di rabbia di alcune persone nei confronti di culture diverse, ma il problema è un altro, c'è poca voglia o possibilità di comunicazione, non ci si fida di chi è diverso da noi e quindi non si conosce, e il passo successivo alla diffidenza è la paura, che porta alla violenza. E' per paura che il negoziante compra una pistola e la utilizza contro una povera bambina innocente, è per paura che alla fine del film il poliziotto "buono" commette un omicidio verso un uomo diverso da lui per razza ma vicino e simile a lui in molte cose.Ma dall'altra parte ci sono anche i "cattivi" che compiono azioni degne di rispetto e ammirazione, il ragazzo che ruba le auto salva e aiuta il gruppo di coreani, sebbene non siano della sua stessa razza, e l'altro poliziotto salva la donna dall'incidente che poteva essere per lei fatale. Così il bene e il male si confondono, si scambiano, in un'atmosfera caotica e molto pessimistica.
Giulia Di Gioia

Anonimo ha detto...

Il film Crash è ambientato a Los Angeles, città cosmopolita e multietnica.
Esso affronta il tema del razzismo sottolineando la difficile convivenza di queste diverse peculiarità.
Per sviluppare questo tema è stato scelto l’intreccio di diverse storie di cui protagonisti appartengono alle diverse etnie e sono tutti discriminati e a loro volta anche discriminatori.
Alla fine tutte queste storie hanno un lieto fine perché i protagonisti che discriminano capiscono i loro errori pentendosi dei soprusi compiuti e per aver basato i loro valori su stereotipi e ideali razzisti.
Ma con l’ultima scena, questo velo di ottimismo svanisce: solo in pochi si rendono conto dei propri sbagli e gli stessi discriminati discriminano.
Il messaggio è che probabilmente è proprio dell’essere umano provare pregiudizi verso l’altro, il diverso, ciò che non si conosce. Caratteristica propria dell’uomo che ci unisce e ci rende uguali.
Forse questo è anche il triste destino della società moderna globalizzata e cosmopolita in cui il passo che si dovrebbe compiere non è la tolleranza ma appunto la comprensione anche come conoscenza e l’accettazione.
Giulia Del Frate 5A

Anonimo ha detto...

Il film non rappresenta uno scontro di tipo fisico,ma bensì uno scontro culturale.
L’uomo vive in un unico mondo e si trova in continuo contrasto e conflitto con etnie differenti.
A Los Angeles, come in tantissimi altri paesi, razze diverse non riescono a conciliarsi,non trovano un punto di forza,di fusione. C’è un forte odio tra le razze,legato a pregiudizi,che certe volte diventa perfino incomprensibile…La città è sempre il luogo in cui accade tutto, dove il contatto può avvenire solo attraverso un urto, ma stavolta l’impatto ha al centro la dinamica interrazziale.

p.s.
mi sembra inutile riscrivere la trama del film in quanto lo hanno già fatto i miei compagni!
Marghe Regeni 5C

Anonimo ha detto...

questo film tratta del tema del razzismo e dei rapporti tra le persone.Mostra infatti in maniera evidente il grande paradosso del mondo di oggi: abbiamo tantissimi strumenti per comunicare, ma non ne utilizziamo nessuno ma restiamo da soli,finendo nella sofferenza e nella disperazione. questo film ha molti significati,molte morali,è carico di illusioni che le persone stesse si creano e della loro presunzione nel completare una loro idea.in questo film tutti sono discriminati e tutti discriminano. ognuno pensa per sè e non è interessato agli altri. per motivi di razza,pensieri diversi e molte altre cose,tutti discriminano tutti.
Titton Giulia

Anonimo ha detto...

Film che apre una certa critica nei confronti della distanza con “l’altro” che sperimentiamo nelle grandi città. Los Angeles appare infatti un puzzle di vita in cui neri e bianchi, latini e asiatici, ricchi e poveri si scontrano e s’incrociano, esercitando gli uni sugli altri varie forme di intolleranza. Intolleranza che è alimentata ed alimenta, a sua volta, una valanga di giudizi e pregiudizi con cui siamo sempre pronti a definire il nostro prossimo, a classificarlo. Ci allontaniamo, e ci isoliamo nel nostro mondo privato non diamo spazio a nessuno, in questa solitudine carichiamo il mondo esterno di nemici,abbiamo paura del diverso e questa paura non può che sfociare nella violenza fisica.
pittana stefano 5c

Anonimo ha detto...

Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, alla fine non possiamo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità. (John F. Kennedy)

Il film ci mostra palesemente che se non riusciamo a superare le differenze e le diversità, al mondo d'oggi, nella nostra società ci priviveremmo di una felicità maggiore che potremmo raggiungere grazie ad una migliore convivenza.
Il razzismo è, secondo noi, sempre più strumentalizzato nella nostra società, ha perso la sua forma pura è diventata una sorta di gratutita imposizione dei nostri ideali occidentali sulle altre culture diverse dalla nostra, con l'unico scopo di uniformare il mondo a nostra immagine e somiglianza illudendoci di detenere il miglior modo di vivere.

RusGub & Co. srl

Anonimo ha detto...

Credo che in questo film si evidenzi come oggi le persone vivano nelle grandi città...gli uomini oggi non hanno alcun rapporto con i loro concittadini, si sentono a disagio solo a camminare o a parlare con persone che non conoscono, persone di un altra razza, persone diverse apparentemente...si convive con gli altri per questioni di lavoro o di intaresse personale,le opinioni e gli ideali individuali sono condizionati da pregiudizi e da semplici diffidenze a volte. Ad esempio il ragazzo che ripara le serrature è un lavoratore onesto ma solo per il colore della sua pelle è ritenuto un truffatore, uno che non sa fare il suo lavoro e che tenta solo di fregare i clienti..e così l uomo arabo si sente perseguitato da tutti, reagisce in modo istintivo e brusco con chiunque solo per paura, non riesce a fidarsi di nessuno perchè si sente diverso e preso di mira..le persone non riescono ad essere cosiderate e giudicate per quello che sono veramente, è come se tutti fossero ricoperti da un velo quando vivono in società, un velo che non permette agli altri di guardare dentro o che gli altri ci addossano senza sapere chi siamo..neanche in famiglia non ci si riconosce: il lavoro e la realtà esterna ci confondono, ci spingono a cambiare e a modellarci con lo stile di vita comune per non essere soffocati dal mondo...
glauco

Anonimo ha detto...

Crash è un film interamente dedicato alla paura dello straniero, dell'altro, del diverso.E' un film che mostra come nessuno sia al riparo dal pregiudizio e dalla tendenza a distruggere le cose che ci fanno paura.Crash distrugge quel ideale per cui esistono persone o buone o cattive, o eroi o delinquenti.Questo accade nel film in quanto nessuno dei personaggi è immune dall' essere colpito da quella rabbia che può cambiare in un secondo la vita di molte persone. In questa film la vera scoperta è scoprire l'altro dentro di noi e non se l'individuo che ci stà difronte è un eroe o meno. Il vero viaggio, come dice De Bernardis, rimane sempre quello che si compie dentro se stessi, per conoscere l'altro che vive nascosto nel cuoredi ogni uomo, e che è capace di generare un0indicibile violenza o di esprimere quel coraggio che "salva la vita".
Francesca Comelli 5A

Anonimo ha detto...

Il film pone l’attenzione sul tema del razzismo ed in particolare analizza il fenomeno in una città multirazziale come Los Angeles che può essere considerata quasi come un “piccolo mondo” in cui è possibile trovare tantissimi differenti stili di vita e situazioni totalmente differenti le une dalle altre.
Penso che nel momento in cui non si conosca qualcosa o, come in questo caso, qualcuno, possa essere normale avere “paura” e non avere l’impulso di avvicinarsi a ciò che non si conosce. Questa paura spesso e volentieri si trasforma in un sentimento di discriminazione nei confronti di chi è diverso da noi mentre altre volte si trasforma in curiosità proprio verso ciò che noi non rappresentiamo.
Il film per esempio aiuta a capire i diversi punti di vista da cui si può analizzare un determinato comportamento e sicuramente questa scelta fa capire che tutti discriminano e a loro volta sono discriminati.
Personalmente non condanno l’indifferenza che può scaturire come conseguenza di un sentimento di paura ma sicuramente non condivido il razzismo che nasce da ciò. Non è giusto “fare di tutta l’erba un fascio” perché un individuo non può essere considerato il portavoce di un’intera comunità e questo lo si potrebbe capire facilmente nel momento in cui fossimo noi quelli ad essere discriminati per colpa delle azioni di qualche altro nostro connazionale.
Elda

Anonimo ha detto...

Il tema dell'altro è persistente, quasi martellante nel film "Crash,Contatto Fisico". A differenza del mondo classico però, l'altro non è più un popolo lontano ma "vicino" che non si conosce e dunque di cui si ha paura, e quando la sensazione della minaccia diventa inostenibile, siamo spinti a barricarsi in casa o ad aggredireper prevenire l'attcco dall'esterno. Il regista Tom Haggis ha ideato il film prendendo spunto da un'esperienza personale: è stato derubato della sua macchina. Ha così deciso di trasformare il film in un esempio di umanità, mettendosi nei panni dell'altro; infatti il film è per la maggior parte incentrato sulla paura dello straniero, dimostrando che il pregiudizio è presente in 0ognuno di noi. Nel film si intrecciano le storie di più personaggi, mostarndo in questo modo i diversi punti di vista della realtà. In una grande città occidentale le persone indigene si vogliono separare fisicamente dagli immigrati; ma i "muri" che alziamo per "proteggerci" dall'esperienza del diverso, in realtà amplificano la violena. Possiamo affermare dunque che il discriminato di solito è quello "diverso" in una maggioranza ad esempio in America del Nord le persone di colore sono discriminate in quanto sono diversi dai bianchi che ne costituiscono la maggiornza. In Africa, invece, sembrerà molto strano osservare una persona bianca. la persona quindi tende naturalmente al pregiudizio anche se non lo sa, e nella società americana questo è molto facile.
CAMPOLATTANO ALEX

Anonimo ha detto...

Il film "Crash" ci pone di fronte al problema del razzismo che da sempre è stato affrontato e che continuerà a riguardarci da vicino. Molte sono le persone che si ritengono neutre di fronte a una persona "diversa" da noi, una persona di colore: il più delle volte, infatti, si cerca di dimostrare la propria indifferenza trovando degli escamotage che portano all'evitare quella persona.. ma evitare la persona di colore per non far capire il "disprezzo" nei suoi confronti è segno di civiltà? A mio parere, proprio coloro che si ritengono di non nutrire alcun tipo di "odio" nei confronti della persona di colore è talvolta il "discriminatore". Questo è un esempio che possiamo riscontrare nella scena finale del film in cui il poliziotto "bianco" che APPARENTEMENTE sembra essere tollerante nei confronti del ragazzo "nero" si rivela un "assassino". Ciò quindi dimostra che tutti siamo costantemente discriminatori e discriminanti nei confronti dell'"altro".
Silvia Randò 5A